Allor che viene con novelle sue,
ghermir mi piace l’agile fantesca
che secretaria antica è fra noi du
M’accende il riso della bocca fres
l’attesa vana, il motto arguto, l’

Sola come un papavero,
nonostante i bocci intorno,
dentro a un vento ostile
che ti abbatte
un colpo dopo l’altro,

Io che distrattamente misuravo
la lunghezza delle tue mani
per sapere quanta parte del mio vi
potevi conquistare.
L’aggiunta risoluta di soffi -

Quanti veli hai poggiato
sui miei mostri interiori,
un pomeriggio che vola
sulle tue gocce nude,
il mio aprire varchi

Mio cuore, monello giocondo che ri
mio cuore, bambino che è tanto fel
pur chiuso nella tua nicchia, ti p
sovente qualcuno che picchia, che
Mi picchiano in vario lor metro sp

Dal fragile avamposto
che il mio corpo rappresenta,
per tracciare di una vita
il senso e il luogo, scrosto
dalla faccia i ricordi. «Sono tren

C’è una faccia maligna
dietro una sedia della mia anima,
una faccia che ride di chiunque.
Idioti e allocchi
che corrono sempre dietro

In piazza Santissima Annunziata
un’auto sfreccia come se fosse
il solo essere esistente.
Un autobus inzacchera
l’aria che respira la gente

L’Iddio che a tutto provvede
poteva farmi poeta
di fede; l’anima queta
avrebbe cantata la fede.
Mi è strano l’odore d’incenso:

Chiare, fresche et dolci acque
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna
gentil ramo, ove piacque,
(con sospir mi rimembra)

Finendo sempre nello stesso modo
il tempo è diventato rima,
un giorno o un altro
il corpo cantilena,
supplica e trema.

Gli occhi di ch’io parlai sí calda
et le braccia et le mani et i pied
che m’avean sí da me stesso diviso
et fatto singular da l’altra gente
le crespe chiome d’òr puro lucente