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Sinite parvulos....

Se nel crocicchio d’una via deserta
O in mezzo al mondo gaio e spensierato
Incontrate un bambino abbandonato,
Pallido il viso e la pupilla incerta;
 
Che d’una madre il bacio ed il consiglio
Abbia perduto, e pianga su una bara
La memoria più santa e la più cara,
Oh, portatelo a me!... Sarà mio figlio.
 
Io lo terrò con me, per sempre.—A sera
Gli metterò le sue manine in croce.
Con lui, per lui dicendo a bassa voce
De’ miei anni più belli la preghiera.
 
La parola che eleva e che conforta
Io gli dirò con placida fermezza;
La gelosa e veggente tenerezza
Avrò per lui de la sua mamma morta.
 
Io gli dirò che la vita è lavoro,
Gli dirò che la pace è nel perdono;
Di tutto ciò che è giusto e grande e buono
Farò nella sua mite alma un tesoro.
 
La forza di pensier che Dio m’ha data
Tutta trasfonderò ne la sua mente;
Presso a lui sfiorirà tranquillamente
La mia vita raccolta e scolorata.
 
Mentr’io declinerò verso l’oblìo,
E avrò la cuffia e metterò gli occhiali,
Ei salirà, lo spirto agl’ideali,
Le braccia alla fatica e il cuore a Dio.
 
Fidente ei moverà verso l’aurora.
Ingranaggio vital nell’universo,
Irrequïeto augello al sol converso,
Giovane stelo che nel sol s’infiora:
 
E in pace io morirò.... poichè sofferto
Non avrò indarno, e non indarno amato;
E da un petto di figlio e di soldato
Cadrà un sospiro su l’avello aperto.

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