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Sonetto 35: Solo et pensoso i più deserti campi

Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi e lenti,
e gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio uman l’arena stampi.
 
Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti;
perché ne gliatti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:
 
sì ch’io mi credo omai che monti e piagge
e fiumi e selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.
 
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so ch’Amore non venga sempre
ragionando con meco, et io co llui.
 

Parafrasi

 
Solo e pensoso vado attraversando con passi lenti
i campi completamente abbandonati
e volgo gli occhi attento a evitare
le orme degli altri uomini.
 
Non ho altro modo per difendermi dalla gente
che si accorge del mio stato d’animo
perché nel mio atteggiamento triste
si vede di fuori come io dentro arda:
 
tanto che io credo che anche i monti, le radure pianeggianti
i fiumi e i boschi sappiano quale sia
la mia vita, che tengo nascosta a tutti.
 
Eppure per quanto cerchi luoghi  inospitali e solitari
Amore mi accompagna sempre
e insieme dialoghiamo, lui con me e io con lui.
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