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Ma se domani il mondo fosse vacuo e la notte imponderabile se si squarciassero gli istinti, non si potesse più godere, leggere, fotografare
Io vengo da un altro canneto, è un altro, di un altro tipo. Adesso ho tutto questo spazio, queste altitudini, queste possibil… ma quando mi allungo
La notte è passata come passa sempre. Certe generosità di mani non servono più, non sono anzi servite.
Siamo nel pugno di un gigante che ci stringe come pendolini. Il nostro cervello
Aspettami nella saletta, girerò il collo a sinistra sciogliendomi la sciarpa e sarò guancia. Non ci siamo mai visti
La tua sete trangugia, vorace, all… Hai attraversato sì nuda la neve assorbito già il freddo esistente. Hai guardato la solitudine come fosse una stanza
Noi non siamo niente se non due visitatori convinti che, per entrare, basti forzare il passo nella porta girevole.
Sola come un papavero, nonostante i bocci intorno, dentro a un vento ostile che ti abbatte un colpo dopo l’altro,
Tutti parati dietro lo schermo nessuno si accorge delle trincee. Il podcast della vita distrae dalla fobìa della morte. Il soffio all’orecchio,
C’è un sasso a due ventricoli, ci siamo sedute ai suoi lati lanciando pietruzze come fossero dardi, dove l’onda affonda.
Ferma dovrei stare, adagiata nell’oscurità come un palo freddo, ma l’agrodolce delle more vortica sulla mia lingua
Quelle lassù erano bianche falene prima di essere ombre ostili. Fantasma dei miei castelli,
In questo mio antenato presente legato da ragioni terrene, si sfalda e sanguina ciclicamente la sinapsi tra il muscolo e la men… La mia vena è una nave
Quanti veli hai poggiato sui miei mostri interiori, un pomeriggio che vola sulle tue gocce nude, il mio aprire varchi
Quando tornai barcollando nel tuo abbraccio di mondo avevo lo scheletro stanco per l’archetipo viaggiare. Mi divorava bramosa,