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Ho veduto virgulti
spegnersi a un sommo d’intima dolcezza
quasi per ridondanza di messaggi
e disciogliersi labbra
a lungo stemperate nella voce,
nell’urlo, quasi, della propria vita;
vuota di sé ho scrutata la pupilla,
impoverito il trepido magnete
che attirava in delirio le figure.
Così, sopra una forma già distesa
nel certo abbraccio dell’intuizione,
crolla la lenta pausa finale
che intossica di morte l’avventura.

#ScrittoriItaliani (14 novembre 1951 – da ”Nozze romane” 1955)

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