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Costei, che su la fronte ha sparsa al vento

 
Costei, che su la fronte ha sparsa al vento
    L’errante chioma d’òr, Fortuna pare;
    Anzi è vera Fortuna, e può beare
    E misero può far il piú contento.
Dispensatrice no d’oro o d’argento
    O di gemme che mandi estraneo mare,
    Ma tesori d’Amor, cose piú care,
    Fura, dona, e ritoglie in un momento.
Cieca non già, ma solo a’ miei martíri
    Par che s’infinga tale, e cieco uom rende
    Con due luci serene e sfavillanti.
Chiedi qual sia la rota ove gli amanti
    Travolve e ’l corso lor ferma e sospende?
    La rota fanno or de’ begli occhi i giri.

Assomiglia a la Fortuna la sua donna, la quale egli aveva veduta
co’ capegli sparsi su la fronte.

#ScrittoriItaliani (XVI Rime d’amore secolo)

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