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Io vidi un tempo di pietoso affetto

Io vidi un tempo di pietoso affetto
    La mia nemica ne’ sembianti ornarsi
    E l’alte fiamme, in cui di súbito arsi,
    Nudrir con le speranze e col diletto.
Ora non so perché la fronte e ’l petto
    Usa di sdegno e di fierezza armarsi,
    E con guardi vèr me turbati e scarsi
    Guerra m’indíce; ond’io sol morte aspetto.
Ah, non si fidi alcun perché sereno
    Volto l’inviti e piano il calle mostri,
    Amor, nel regno tuo spiegar le vele!
Cosí l’infido mar placido il seno
    Scopre a’ nocchieri incauti, e poi crudele
    Gli affonda e perde infra gli scogli e i mostri.

Dice d’aver veduto altre volte la sua donna assai pietosa, ma ora per occulta cagione se gli mostra cosí crudele che egli n’aspetta la morte.

#ScrittoriItaliani (XVI Rime d’amore secolo)

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