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Se la saetta, Amor, ch’al lato manco

Se la saetta, Amor, ch’al lato manco
    M’impiaga in guisa ch’io languisco a morte,
    Fosse dolce cosí com’ella è forte,
    Direi—Pungi, signor, il molle fianco:
Ché di pregare e di seguir m’ha stanco
    Mentre fugge costei per vie distorte!—
    Ma temo, oimé, che per malvagia sorte
    Ella non pèra, or ch’io son frale e manco.
Deh! goda, prego, al dilettoso male,
    E tinta in soavissima dolcezza
    Sia la ferita e quel dorato strale.
A me quanto è di grave e di mortale:
    Dà mille gioie a lei; se pur disprezza
    Gioir l’alma gentil di piaga eguale.

Prega Amore che non voglia percuotere il delicato petto de la sua donna
d’egual ferita, ma di dolcissima piaga amorosa.

#ScrittoriItaliani (XVI Rime d’amore secolo)

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