Mariano il 15 luglio 1916
#ScrittoriItaliani
Nelle vene già quasi vuote tombe L’ancora galoppante brama, Nelle mie ossa che si gelano il sa… Nell’anima il rimpianto sordo, L’indomabile nequizia, dissolvi;
Solo ho amica la notte. Sempre potrò trascorrere con essa D’attimo in attimo, non ore vane; Ma tempo cui il mio palpito trasme… Come m’aggrada, senza mai
Morire come le allodole assetate sul miraggio O come la quaglia passato il mare nei primi cespugli
Dalla spoglia di serpe Alla pavida talpa Ogni grigio si gingilla sui duomi.… Come una prora bionda Di stella in stella il sole s’acco…
Migliaia d’uomini prima di me, ed anche più di me carichi d’anni, Mortalmene ferì Il lampo d’una bocca. Questo non è motivo
Il tempo è muto fra canneti immoti… Lungi d’approdi errava una canoa..… Stremato, inerte il rematore... I… Già decaduti a baratri di fiumi... Proteso invano all’orlo dei ricord…
Il carnato del cielo sveglia oasi al nomade d’amore
In nessuna parte di terra mi posso accasare
M’illumino d’immenso.
Chiuso fra cose mortali (Anche il cielo stellato finirà) Perché bramo Dio?
Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro Di tanti
Volti al travaglio come una qualsiasi fibra creata perché ci lamentiamo noi?
Vi arriva il poeta e poi torna alla luce con i suoi c… e li disperde Di questa poesia mi resta
Un’intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca
Nel molle giro di un sorriso ci sentiamo legare da un turbine di germogli di desiderio Ci vendemmia il sole Chiudiamo gli occhi