Ho sognato un pescatore dispiegare reti come i veli delle spose, disumanate dime di cubi mossi come vele.
Non guardi la bellezza che affolta svernate pólle, la postilla scritta in ombra della “Fantasia di Munari”, l’alchimia di silenzi
Rinfresca la marea su vecchi girasoli, il tempo s’affaccia alla finestra sul tremitìo di specchi, e nel cuore di foreste
Il soffione si sperde, dimentico di questa primavera strana, acerba, dissolto in sprigne pennellate sui muri raspati di Milos,
A te, che assorto ad ascoltare il mare ancorato ad una stella mai tacesti parola che non fosse terra,
S’incarna nel bouquet di gigli il tuo profilo, era l’ardenza e l’oblio, la voce di dentro che bussava forte alla notte,
È di nicchia– d’incerta presa, non ha senso – un disvalore – s’è mutata (folle pretesa) – è obs… il verso è dissoluta piaga – la po… Non si accettano florilegi!
Pace, come il canto del mare disteso sotto un cielo di aquiloni, la grazia della piuma
È una Elle – scrivi UNO – a fine… sul filo di fumo greige di una Mur… màcina radici di parole, il nastro si ravvolge sulla rosa, il calligrafo sbadiglia
Oggi su Marte mi sfiora la tempes… non c’è che un filo d’erba a scompigliare nuvole conchiuse in granati barattoli di… i colori sono pozze di ematite
Scende dall’iride bianca della luna una stella, sospesa lacrima piovana. Scuote nel vento lame di metallo, i tegolati di bucce d’arancia
Un cane sta col muso allato, sull’ala pesta, sulla tua fitta piaga clina il petto,
Tra ruderi intatti e gusci bianchi di folte vigne fioriscono le crepe denudate, dissolvono le terminate rùggie. Nel ghiribizzo di magnolie,
Non ti chiamo eppure sei qui, come l’onda che s’incera, inconosciuta ombra che il vento dispara
E di Settembre non volli tornare alla foglia rossa che s’affolta nel risciaquìo di pozze,