Donai me stesso; e, se sprezzaste il dono,
Che donarvi piú caro or vi potrei?
La mia immagine no, ch’a gli occhi miei
Tanto è molesta quanto lunge i’ sono.
Tal che quasi d’amarmi io vi perdono
Benché sian tutti amori i pensier miei;
Né fuor ch’un bel sembiante altro saprei
Donar, perché ’l gradiste; e quel vi dono.
In voi finite almen vostri desiri
Né li torca vaghezza ad altro obbietto,
Ch’è men bello di voi dovunque io miri.
Sol geloso mi faccia il vostro aspetto,
Ch’amando il piacer vostro e i miei martiri,
Amerete il mio amore e ’l mio sospetto.