Ada Negri

Cavallo arabo

Sogni tu forse le gialle radure,
Sogni tu forse le calde pianure
Arse dal sol?
Vasti miraggi di sabbie cocenti,
Corse d’audaci cavalli nitrenti
Sul patrio suol?
 
Quando tu scoti la folta criniera,
E punti a terra la zampa guerriera
Mordendo il fren,
Quando tu nitri con urlo selvaggio,
Subita brama di novo viaggio
M’avvampa in sen.
 
Non sai?... M’attiran le plaghe serene;
Non sai?... M’attiran le nitide arene
Arse dal sol.
Vien, ch’io ti salti su l’agile groppa;
Bruno corsiero, galoppa, galoppa,
Divora il suol!...
 
Fuggi le nebbie stagnanti sui piani,
Su questa ignobile folla d’umani
Passa col piè:
Fendi correndo l’irsuta ramaglia.
Fuggi, galoppa per valle e boscaglia,
Libero e re!
 
Dietro ti lascia gli abissi e le frane,
Gonfî torrenti, spezzate liane,
Calpesti fior.
Avanti sempre, se lunga è la strada,
Fin ch’io con te ne la polvere cada,
Mio corridor!...
 
O fiamme rosee di vesperi queti,
O visïoni di snelli palmeti
Riflessi in mar;
Scabri e rocciosi profili di monti,
D’arabe nenie pei glauchi orizzonti
Fioco vibrar!...
 
Sprizza scintille la sabbia infocata;
Ahmed, galoppa!... La corsa sfrenata
Più non ristà.
Verso l’ignoto ti slancia, t’avventa;
Tutto disfido se in faccia mi venta
La libertà!...

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