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A un amico

 
Chissà se la volontà s’incrini
all’impotenza del volere
dinnanzi al fatto necessario,
o se l’atto sempre sia contrario
al caotico destino.
Io vidi rondini cadere,
la vita ardere sino allo schianto
per uno spiro successivo.
Della pietra infine non un pianto
ma una sgomenta proiezione
fu nel petto, non altro che l’aspetto
di una futura immolazione.
O amico che domandi
che sia per me il dolore,
più del nulla posso solo
e con premura dirti:
la mia, la tua conservazione.

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