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A un giovane amico innamorato

Ti sia questa sete proibita
se già credi che non berrai più,
mio giovane amico innamorato
in questa festa che è la mia tortura.
Non giova al puledro il seno cavo
d’una vuota mammella di giumenta
come non giova a chi lo alleva
un animale magro. Questi campi
che ci intorniano non han rigoglio
senza la dolce linfa della terra
e, privo d’essi, che sarebbe il contadino?
Serviti perciò, come ogni uomo,
d’ogni otre, calice, fontana,
finanche di pozzanghere e di piscio.
Ma, se t’è miracolo la sete,
ubriacati pure, eternamente,
di questa violenta siccità.

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