Riposa, padre, dopo il travaglio. Conta le stelle.
Va la moneta al ballo frenetico: la borsa ride.
E’ tempo che l’erba chiede aiuto e la quercia ti sorride e Tu spegni la tivù!
Ho perso il tram e smarrito le chiavi: la tua luna no.
Spighe mature, l’ortografia sublime del gran villano.
Gli ascensori luoghi silenti viaggiatori sospesi.
Amo chi ha lasciato un segno nel mio giorno, anche il segno di una ferita, anche una ruga o una cicatrice, e poi, che dire di chi mi ha lasciato semi avvolti in un pezzo di carta, di ch...
Le foglie secche: tic tac, loro malgrado, del divenire.