#laurabertolinipoesia #laurabertolinipoetry #no
Era in effetti un panorama nero, sembrava bella quella falsa luce che faceva da pastello. Tu eri un ectoplasma e io un ramo ridente.
Anche il caldo vapore dell’acqua che scorre oggi ha un tono che arrossa la pelle. Il mondo è una piazza,
Ancorata al porto guardavo il dondolio delle barche. Più in là l’oceano, dove le balene dimorano. Nell’errore di certi flutti,
Sono attimi quelli che ereggono il… mutante è la crosta con piccole ra… È l’età che sembra farci camminare… vagando su percorsi che si incroci… cercando appoggio nel rovente nucl…
Aspettami nella saletta, girerò il collo a sinistra sciogliendomi la sciarpa e sarò guancia. Non ci siamo mai visti
Dobbiamo ritornare poveri, scendere dai piedistalli, compiere atti umani, tornare ad usare le mani, nel buio avere coraggio,
Sono prigioniera della distanza segnata fredda da una ruga. Quando mi tocchi la pelle mi dà scosse, le sento e ho una paura
Grazie per le mosche che senza posa ronzano, sul mio sudario vibrandomi i nervi. E per le mie pupille,
Non posso dirvi niente del cuore spaesato salvo e dolente dentro un bailamme di caverne, dell’animo che tace,
Quanti veli hai poggiato sui miei mostri interiori, un pomeriggio che vola sulle tue gocce nude, il mio aprire varchi
Ho smontato, per la tua presenza, l’anta arrugginita della titubanza. Sei una volpe bianca
Ho trovato il calore dei visceri, nell’estremo candore della paura al suo atto. Ho trattenuto
Fosti tu, che intelligente all’arte snidasti i tre colori dai miei palmi. Mi bisbigliasti attese,
Ferma dovrei stare, adagiata nell’oscurità come un palo freddo, ma l’agrodolce delle more vortica sulla mia lingua
Nella piega accartocciata del non detto, il non so dirlo è polveriera di un silenzio-piombo. Nella forma embrionale