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I’ ho già fatto un gozzo in questo stento

I’ ho già fatto un gozzo in questo stento,
coma fa l’acqua a’ gatti in Lombardia
o ver d’altro paese che si sia,
c’a forza ’l ventre appicca sotto ’l mento.
 La barba al cielo, e la memoria sento
in sullo scrigno, e ’l petto fo d’arpia,
e ’l pennel sopra ’l viso tuttavia
mel fa, gocciando, un ricco pavimento.
 E’ lombi entrati mi son nella peccia,
e fo del cul per contrapeso groppa,10
e ’ passi senza gli occhi muovo invano.
 Dinanzi mi s’allunga la corteccia,
e per piegarsi adietro si ragroppa,
e tendomi com’arco sorïano.
     Però fallace e strano
surge il iudizio che la mente porta,
ché mal si tra’ per cerbottana torta.
     La mia pittura morta
difendi orma’, Giovanni, e ’l mio onore,
non sendo in loco bon, né io pittore.

#ScrittoriItaliani (XVI Rime secolo)

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