Non piú crespo oro o d’ambra tersa e pura
Stimo le chiome che ’l mio laccio ordiro,
E nel volto e nel seno altro non miro
Ch’ombra de la beltà che poco dura:
Fredda la fiamma è già, sua luce oscura,
Senza grazia de gli occhi il vago giro:
Deh, come i miei pensier tanto invaghiro,
Lasso, e chi la ragione o sforza o fura?
Fero inganno d’Amor, l’inganno ornai
Tessendo in rime sí leggiadri fregi
A la crudel ch’indi piú bella apparve.
Ecco, i’ rimovo le mentite larve:
Or ne le proprie tue sembianze omai
Ti veggia il mondo e ti contempli e pregi!