#ScrittoriItaliani #ScrittriciDonne
Abbandonati in braccio al buio monti m’insegnate l’attesa: all’alba – chiese diverranno i miei boschi.
Chi ti dice bontà della mia montagna?— così bianca sui boschi già biondi
Questo non è esser morti, questo è tornare al paese, alla culla: chiaro è il giorno come il sorriso di una madre
La mia vita era come una cascata inarcata nel vuoto; la mia vita era tutta incoronata di schiumate e di spruzzi. Gridava la follia d’inabissarsi
Giuncheto lieve biondo come un campo di spighe presso il lago celeste e le case di un’isola lontana color di vela
Pesano fra noi due troppe parole non dette e la fame non appagata, gli urli dei bimbi non placati, il petto delle mamme tisiche
Parole – vetri che infedelmente rispecchiate il mio cielo - di voi pensai dopo il tramonto
Accoccolato tra le pervinche sfuggi la furia ansante dei cavalli e l’urlo dei cani al sole.
Quando dal mio buio traboccherai di schianto in una cascata di sangue— navigherò con una rossa vela
Questa è la prova che voi mi benedite— montagne— se nell’ora del distacco la vostra chiesa m’accoglie
Trine di betulla nella valle i pensieri— ma ieri quando soli erravamo
Abbandono notturno sul masso al limite della pineta e il tuo strumento fanciullesco lentamente
Che un giorno io avessi un riso di primavera – è certo; e non soltanto lo vedevi tu, lo sp… nella tua gioia:
Mi portò il mio cavallo tra le foglie con soffice volo. Calda vita nel vento il suo respiro,
Vorrei che la mia anima ti fosse leggera come le estreme foglie dei pioppi, che s’accendono di sol… in cima ai tronchi fasciati