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crepuscolo

Per te sono dieci minuti
per me è la vita
si, ma ho la tachicardia
che significherà mai
ma volentieri scorrerebbe il sangue
in tutti i sensi, per te sono due
fra le braccia di una carina e insicura
fra margherite arrossite, fossi nato prima
o per quello che voleva quello di prima
ma non per la patria ed altre illusioni
a proposito, ieri è stato san Valentino
che bello, risparmio sulle rose
e sui baci, anche se non voglio
mi dispiace per gli indiani
mi è dato solo di infilare il jack
perché ho sposato nove ragazze
questo l’ho già detto
senza lista nozze, né boss delle cerimonie
ma quanto sono innamorato!
non mi puoi capire, pensi sia un rosario
una volta pregavo
ma al telefono non rispondevano, ho riattaccato
almeno gli indiani chiamavano
però qualcosa è servito
un profeta in parrucca squattrinato
ha detto: siam tutti uguali (e cattivi)
mi vedo un po’ De André un po’ Lou Reed
ma non conosco la dolce Jane
(figurati farmela)
senza il talento di De André
poesie non so scriverne
è palese che non mi piacciono i righelli
lirico, penso agli ostrogoti e ai vandali
l’ascoltano per ostentare quattrini
aristocratici, sarete evasi, noi ingabbiati
saremo miserabili, ma ci godiamo la musica!
ma le scrivo lo stesso, ora e una volta
mi sono invaghito di una ballerina
e di una ballerina, se mi chiedi
“qual è il tuo colore preferito?”
ti dico “l’ipocrisia”, se mi chiedi
“qual è il tuo difetto preferito?”
ti dico “il rosso”, di un fuoco spento
di un sorriso autunnale profumato di paura
di stordirsi, il mio ed il tuo, non nostro
di musica cremosa e nostalgica, colorata
dal vento blu, il viola che volevo cantarti
a volte ti penso
“hello, I love you won’t you tell me your name?”
volevo dirti, ma lo sapevo già
che mi scacciasti dalle tue foglie di tramonto
da un bacio col sapore di “sono libero”
sarebbero sbocciati mille fiori di parole
“la felicità è a un tuffo dalla Trezza!”
“sei serio? è un abisso senza fondo
d’abbracci di idromele, ho tanta paura!”
“pensi sia meglio questo di se e di ma
matematiche espressive apocalissi di ipocondrie
ragnatele di tentacoli di pensieri di leviatano
unto di sfrigolii di catene Freud maniacale che violentano
la tua indifendibilità di cucciolo eccitato
clessidra che pendola tra urlo lacerato
soffocato canto?”
“no, ma non devo dire una parola”
vivo con le voci degli altri
per non ascoltare la mia orchestra
di cacofonie scordate
dai tuoi occhi
è meglio precipitare nell’abisso colorato
che tingersi di crepuscolo sull’orlo
è meglio blu verde marrone nero grigio
che stropicciarsi carta gialla di paralisi
un leone strimpella la balalaika
balla, bello, è lì il senso della vita
com’è lontana la neve
“mi dispiace farti piangere
ma sono nato per stonare”
la speranza cantava fiori di mandorlo
ma era il carnevale dell’oleandro
echi velenosi vivono i tuoi passi rossi
annegati nel vento blu
soffia contro una quercia grigia d’anni
singhiozza colori un cane vellutato di marrone
sibila verde lo specchio di lacrime
all’ombra della chioma viola che è il cielo
siedo, sciamano, e volo in economica
nell’Oltretomba lattiginoso di neri rimpianti
vedo sogni palpabili scivolare come effimere
il tempo mi richiama con la sua voce di cometa
e divento crepuscolo
suono all’ignoto “poesie non so scriverne”
io provo a guardarti
ma tu distogli lo sguardo
non so perché
è vero, l’amore ci farà a pezzi
ma
per me è la vita
per te sono dieci minuti

La mia prima poesia "sperimentale". Anzi, a pensarci, la mia prima poesia. All'epoca studiavo i poeti crepuscolari.

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