Dalla raccolta "Pane al pane, vino al vino"© di Francesco D'Addino
#francescodaddinopoeta #italia #poesia #poesiaitaliana #poetiemergentiitaliani #poetiitaliani #poetiitalianicontemporanei #poetry #scrittori #scrittoriitaliani #versi#
La corteccia ruvida di un albero è pari nel ricordo, ad un viso ch’ invecchiato mostra segni di vita e di gioia come speranze ambrate
Dagli occhi intesi l’anima e ne lessi ogni dolore e il sospiro più inquieto Fu amore, e dal baratro più profondo risalii
Ho cercato nella notte assoluta crepe che aprissero varchi di luce Per dimensioni parallele e viaggi temporali, oltre la singola speranza umana.
Corteo di passi silenziosi in un autunno che striscia le foglie e le fila di genti a nero vestita
La mia anima non riconobbe la mia… quando il corpo solerte, procedette come un soldato di vent… fra la fanghiglia e gli anfratti della notte.
Come oggi, ho conosciuto il nostro amore E sotto l’incedere del passo, avvicinai i sogni alla vita E poi,
Muoiono anime sotto alle bombe accendono cieli schegge di un verso muto Di fronte alla morte
Guardai il tuo viso e n’ ammirai l’Infinito dietro a quei luoghi placidi e anfratti soleggiati da speranze umane
Comignoli di mattoni rossi gettano fumi grigi, mentre i sogni per la vita si diradono come gli alberi spogli
Se scavassi nel mio cuore troveresti il tuo nome come una ferita non rimarginata. Il tempo è
Pioppi, querce, peschi e tigli dinanzi a lor risa e meravigli Insù, all’aprir nuvole un pacifico… trafigge con la spada il giorno che va levandosi al mutar delle or…
Dubbi infiniti, vaneggiano come dame dinanzi agli specchi Lì, sul fondo cristallo la vita non è reale,
Latrati di cani e un gracidar di rane, nell’aria putrida e malsana di acque melmose. Suoni antichi,
Natura originaria allo stato puro d’ogni cosa, coi suoi verdi prati e colline ambrate,
Nettare divino consolaci il cuor a noi vigliacchi di vita che non sapemmo amare. Rinfresca le nostre ugole