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Doppio fregio

Per quando col mio corpo del ventesimo secolo
Sarò un relitto tra gli adolescenti
Delle classi del dodici e del tredici,
Come Caproni e Sereni, classi belliche.
Una vecchia iena di passaggio anche lì come dovunque.
Ma poi un tè con Cristina da Pizzano e Ildegarda di Bingen
Servito al tavolo da Jacques de Voragines
Con Eleonora d’Aquitania e Bianca di Castiglia nel divanetto accanto.
Perché, come per il navigante è dolce l’approdo in un porto,
Fregio, doppio fregio, doppio doppio fregio,
Così per il calligrafo è la stesura dell’ultimo versetto,
Scrive e decora frate Agostino da San Gimignano
L’ultimo giorno di febbraio dell’anno 1299.

“La linea del cielo”, 2018

#ScrittoriItaliani

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