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Ode alla dea Brigida

 
 
La notte è passata
come passa sempre.
Certe generosità di mani
non servono più,
non sono anzi servite.
Eccomi istrice,
la soffice pelle difesa
dalle impronte di unghie.
 
Brigida ha messo dei fiori
davanti ai miei piedi,
ha portato del fuoco e del ferro,
dell’inchiostro e una piuma.
La nuova luna ha sbucciato
i petali esterni
pieni di parassiti.
Non è stato indolore,
non lo è stato sbocciare.
 
La conca coperta di campi
è un’infezione di fango
purulento e saturo,
abbandono il tuo odore.
Brigida intona un canto
che in guerra
richiama la pace
dei vivi e dei morti.
Fiorisce il sole.
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