Tu sola conosci i segreti del mio tacere,
del mio “voler essere altro”.
Il coraggio di voler la vita e non il ricordo
ha trasformato la tua sagoma in un emblema.
L’intervallo che separa le nostre voci non si può contare con i passi.
È difficile nell’assenza disegnare i dettagli e i ricordi ingannano.
Il tuo sguardo di mogano e circoscritto come vita di albero
lo rivedo nelle insenature dei ricordi
tra un caffè freddo mai bevuto ed un libro pieno di pieghe.
A volte ci si sente colpevoli di non aver abbastanza amato,
di non aver detto qualcosa per non rovinare un’immagine.
Quando le estati finiscono la nostalgia risuona sempre nei cuori
e le parole non dette ti maledicono e ti inseguono come Erinni.
Oh mamma! Ora so:
Il destino del figlio si unisce sempre alla madre.
11.03.2025,
Vienna