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Uno sguardo interiore in un torrente di montagna

Poesia libera - Un alieno a ridosso del Precipizio

Implacabile fu il rumore dell’acqua, infranta sulle rocce, pronta a nuove rotte. Io statico sulla riva ad osservare quel ruscello di bosco antico. Le betulle sui margini sussurravano ed io sordo non capivo. Dicevano < Tu sei come lei>.. Un tordo planante scese fino a ridosso di una pietra, bevve ma fu trascinato via dalla corrente. Allungai una mano e lo fermai, mettendolo in salvo. Fu un cinguettio a ringraziarmi prima di ali svolazzanti verso la betulla più vicina. Le lacrime mi si confondevano con la cristallina acqua del ruscello, rigavano gli zigomi per poi cadere giù. L’acqua andava in discesa, io in salita. Ma quegli arbusti con i loro proverbi dicevano che sbagliavo. Avevo incespicato in un sasso guadando il ruscello, caddi e sbattei il viso. Nulla di che ma rinsavii. Ora udivo le betulle e capivo il tordo. Io sono come l’acqua: devo scendere, sagomare, confondermi con il cielo. Io sono come l’acqua. Che di sassi se ne trovano sempre, non puoi abbatterli ma volendo, sorpassarli come nulla fosse. Si sono e sarò acqua.

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