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Sono un papavero

SONO UN PAPAVERO
 
 
Guardami
—non strapparmi da quel che sono—
Quattro petali rossi
bastano per essere
Un papavero vivo
In liberi campi oppure
Sul ciglio di un precipizio
 
Insieme al girasole
La mia lanuggine spinosa
Fa da cappotto alla notte
Non temere
 
Non è male
Non fa male
Non da male
 
Vivono gentili le mie radici
Fra quelli con le ali e quelli senza
Nella terra dei giganti
Io sono la preghiera degli dei
Il grazie muto e la risposta
D’amore del loro Dio.
 
Senza sapere dove andare
—se fossi uomo
Girerei in tondo
Come il cane fa dietro la sua coda–
Danzo invece con l’invisibile
 
Tutta la mia vita passo
In un unico punto fermo
Sulla soglia del vuoto, ma
 
Se mi guardi – non strapparmi, fammi entrare–
In te sempre cammino
Con la mia chiazza di rosso infinito.




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