Sdegno, debil guerrier, campione audace,
Tu me sotto arme rintuzzate e frali
Conduci in campo, ov’è d’orati strali
Armato Amore e di celeste face.
Già si spezza il tuo ferro e già si sface
Qual vetro o gelo al ventilar de l’ali:
Che fia s’attendi il foco e l’immortali
Saette? ah troppo incauto, ah chiedi pace!
Grido io mercé, tendo la man che langue,
Chino il ginocchio e porgo inerme il seno:
Se pugna ei vuol, pugni per me pietade.
Ella palma n’acquisti o morte almeno,
Ché, se stilla di pianto al sen gli cade
Fia vittoria il morir, trïonfo il sangue.