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Sentiva io già correr di morte il gelo

Sentiva io già correr di morte il gelo
    Di vena in vena ed arrivarmi al core,
    E folta pioggia di perpetuo umore
    M’involgea gli occhi in tenebroso velo,
Quando vid’io con sí pietoso zelo
    La mia donna cangiar volto e colore,
    Che non pur addolcir l’aspro dolore
    Ma potea fra gli abissi aprirmi il cielo.—
Vattene—disse;—e se ’l partir t’è grave
    Non sia tardo il ritorno, e serba in tanto
    Del mio cor teco l’una e l’altra chiave.—
Cosí il dolore in noi forza non have
    E siam quasi felici ancor nel pianto:
    O medicina del languir soave!

Togliendo commiato da la sua donna, sentiva dolore simile a quello che
si sente ne la morte, ma fu racconsolato da le sue parole.

#ScrittoriItaliani (XVI Rime d’amore secolo)

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