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La lampada

Timore per ciò che aiuta a comprendere,
Vedo nella luce della conoscenza,
Che spesso si avvale del piacere,
Il proibito che non si può evitare.
 
Qualcosa mi spacca come in due
Lo strumento che sono divenuto
Si lacera tra un paralizzante moralismo
E la sfera delle più insane voluttà.
 
So che intuisci di cosa parlo
Ma non comprendo la tua difesa.
Le mezze confessioni terrorizzano
Chi all’estremo si sa armonizzare.
 
Sono vittima del sopruso della vita,
Le mie parole risultano agghiaccianti
E sono libero come un torrente
Che non possa non gettarsi in palude.
 
Forse è il rito che inizia ad essersi
Protratto per un tempo innaturale
Rendendo l’esposizione del latente
Palesa in maniere troppo inquietante.
 
Nessuna scoperta davvero importante
Ha saputo sottrarsi dalla prova.
Essere degno di chiamarsi adulto
Comporta smarrirsi nella foresta del dubbio.
 
Un sorriso poi ti segnerà il volto
Quando sarai divenuto avvezzo e maestro
Di ciò che per gli altri è l’animalità
E per te è stata la roccia più impervia.

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