Come grottesche figure ci muoviamo dimentichi della verita’ che fino a ieri orgogliosamente esibivamo
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio nel ricordo di sapori lontani le tue esili mani cercavano pensieri
Trasformando la natura ricrei l’emozione che prova l’anima quando ascolta nelle antiche cattedrali il canto Gregoriano
...e poi venne il tempo che Alice non amava piu’ le favole.. e poi venne un tempo di un tempo
se hai smarrito la via del ritorno abbandonati in frammenti di assoluto lasciati trasportare
Quando avrai raggiunto il vertice della montagna cosmica immergiti nello spazio infinito
Non toglietemi il fango che mi ha donato il ventre di mia madre voglio essere sveglio dormendo e
a cosa servono i poeti con le loro imbarcazioni cariche di sogni se poi nessuno vi puo’ salire a cosa servono i poeti
Lucentissime nella notte ardono le stelle ma il mirto la viola il tenero lauro
Cattedrali del consumo ristoro dell’anima e fine delle nostre fatiche contenitori dei nostri desideri la loro voce un silenzio
Nel broccato nero fremente di tenerezza l’ultimo respiro di pace invoca l’amore nel cuore infranto
di un fertile mattino che ci accompagni ...
Paure ancestrali che sembravano vinte da una scienza onnipotente si sono affacciate
Il crepitio del fuoco avvolge la mente le spezie artificiali colorano di rosso i nostri pensieri
L’ispirazione ti pervade l’anima come una quiete che batte le ali una attrazione