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Deserto nero

Lo strano spirito venne a svegliarmi al mattino:
molto presto, prima dei raggi del sole, nell’aurora che vede i sogni dell’umanità,
il momento tra la notte e il giorno che lo spirito volle trasformare in eternità davanti ai miei occhi.
Soffiò un alito di vento sul mio orecchio destro
poi un dito di piuma sfiorò le mie ciglia e i miei occhi si aprirono
vidi che portava un mantello diafano e senza fine
dai suoi lembi vedevo spuntare foglie autunnali che cadevano via sparendo
cercai timidamente di acchiapparne qualcuna ma egli si allontanò
il suo volto non aveva pelle ma solo tratti opalescenti
disegnati su una nuvola del colore del grano maturo
due piccoli fuochi di luce gialla  apparivano e sparivano lentamente
sembravano benedirmi con piccoli soffi di calore avvolgente
che a tratti mi facevano ricadere nel sonno.
Vidi che mi stava osservando mentre mi assopivo e subito protese una mano verso il mio cuore.  Il mio petto si illuminò, propagando una strana energia che dal centro mi percorse tutto il corpo fino a librarsi sopra di me.
Egli respirò quel che era rimasto e dopo fece per dire qualcosa.
Dalla sua bocca di linee a onde non uscì nessun suono, ed egli rimase immobile, come ipnotizzato e in attesa mi guardò.
Passarono alcuni secondi prima che il riverbero delle sue parole potesse giungermi, ed io non vidi mai parola più concreta, una parola che potevo percepire con tutti i miei cinque sensi. “Risveglio” .
Mi accorsi di non essere più accovacciato: adesso mi reggevo in piedi
e tuttavia sentivo che nessuna forza mi obbligava a rimanere aderente al suolo.
Lo strano spirito era ovunque il mio sguardo si posasse, forse era dentro i miei occhi? Dovunque guardassi vedevo il suo volto indulgente, nessuna inquietudine pareva turbarlo, egli era come cullato da una leggera sonnolenza e la sua pace mi pervase come un’irresistibile attrazione magnetica.
Ecco che parlò di nuovo:
“Perchè ti ostini a seguirmi?”
le parole non avevano più la concretezza di un attimo fa.
Tentai di rispondergli ma con grande stupore mi accorsi di dover compiere uno sforzo enorme per poter emettere anche il più flebile suono.
Lo spirito, vedendomi disperare, sorrise.
Rimase a fissarmi mentre mi afferravo la gola con entrambe le mani,  le lacrime agli occhi. Aspettò quieto finché non ebbi finito, e quando mi stancai, mi prese con sé, ed io vidi tutto bianco.
Il mio io viveva adesso  in una forma meno corporale.
Lo spirito mi condusse su una spiaggia illuminata dalla luna sorgiva, il suo rosso sangue  pareva gocciolare sull’orizzonte macchiando lo specchio del mare.
La mia ombra era in delirio: la vedevo tramutarsi in mille forme, muoversi in tutte le direzioni, staccarsi da me, ritornare, sparire, disfarsi e ricomporsi...
Lo spirito guardò una parte di sabbia e fece nascere un fuoco sul punto che aveva fissato. Con un gesto mi invitò a contemplare la fiamma, più vicino, più vicino...
Ricordai me bambino e ricordai  mia madre: mi esortava a non avvicinarmi troppo al fuoco, stai lontano dal fuoco, lontano dal fuoco... il fuoco cammina!, diceva.
la vigna era piena di fiori, la mia mente fioriva con loro ma poi qualcosa cambiò... ma, un momento! Tutte queste immagini le vedevo materializzate, mai ricordo fu così reale e plastico, era proprio dentro al fuoco che vive   e colorate,  si muovevano... parevano esser più vive di me stesso!
Contemplai le immagini per un tempo che sembrò un secondo e un anno e un sempre eterno di tormenti visivi, di gesti inutili, di tedio, di momenti ordinari di quello che avevo vissuto, ordinari fino al nonsenso, il dolore fisico, il tempo perduto, l’estrema esasperante banalità della vita, azioni reiterate, parole inutili, sguardi vuoti, visi di estranei...
A un certo punto il fuoco prese a bruciare, perché non era mai stato caldo e pericoloso, e io fui scaraventato con grande violenza a diverse miglia di distanza.

Planai su un deserto nero, la sabbia tiepida e impalpabile, soffice e preziosa. La notte senza stelle era un manto di pace che mi coprì benevolo, il silenzio era il solo linguaggio che potessi comprendere.
Mi distesi sul letto di sabbia fino a fondermi con essa, e seppi finalmente della Beatitudine e della Perfezione dell’essere.

Per la terza volta udii la voce dello spirito, stavolta risuonava dentro di me, oracolo assordante.
Così  parlò:

“Salve o Morte,
Colui che ti ha odiato e temuto,
ti ama adesso e per l’eternità. ”

Un vento leggero, Silenzio..

Piaciuto o affrontato da...
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