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Ognor che l’idol mio si rappresenta

Ognor che l’idol mio si rappresenta
agli occhi del mie cor debile e forte,
fra l’uno e l’altro obbietto entra la morte,
e più ’l discaccia, se più mi spaventa.
 L’alma di tale oltraggio esser contenta
più spera che gioir d’ogni altra sorte;
l’invitto Amor, con suo più chiare scorte,
a suo difesa s’arma e s’argomenta:
 Morir, dice, si può sol una volta,
né più si nasce; e chi col mie ’mor muore,
che fie po’, s’anzi morte in quel soggiorna?
 L’acceso amor, donde vien l’alma sciolta,
s’è calamita al suo simile ardore,
com’or purgata in foco, a Dio si torna.

#ScrittoriItaliani (XVI Rime secolo)

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