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Onesta apologia all’umile imperfezione

Scorgete i miei errori grammaticali,
visionate bozze e schizzi schifosi,
vedete foto scartate e ingloriose,
ascoltate suoni mal musicati.
 
Ridete pure di ciò fatto male:
vergognate ‘sto scarso scandaloso?
Volete ’sto ignoto col cuor colmare?
Amate 'sto vuoto che mi dà peso?
 
Ho odiato me spesso, gli occhi svuotati;
picchiato me stesso, l’animo eroso;
pensato “mo’ ho smesso!”, ma poi ho ripreso;
sognato, e i fossi m’han spezzato le ali.
 
Ma ciò non m’ha fatto cedere il passo:
le ossa si son ispessite pei cieli.

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