Colma il ramo il nevrile boccio, sfagliano silicati aggrumi le scorie di cordati, si slega il mare dal tuo risveglio… Conservi ancora il tulipano
Pace, come il canto del mare disteso sotto un cielo di aquiloni, la grazia della piuma
Annega nei cerchi d’acqua lo sguardo di lavagna, si punteggiano le vele sulla campata storna il tempestìo di solidi triformi,
Oggi su Marte mi sfiora la tempes… non c’è che un filo d’erba a scompigliare nuvole conchiuse in granati barattoli di… i colori sono pozze di ematite
Si dissolvono le aurore nella chiarità di piogge torrenzia… si dilatano spaiati corridoi di ce… come fumo che s’aggroviglia sul giro della vite,
Non guardi la bellezza che affolta svernate pólle, la postilla scritta in ombra della “Fantasia di Munari”, l’alchimia di silenzi
Tra ruderi intatti e gusci bianchi di folte vigne fioriscono le crepe denudate, dissolvono le terminate rùggie. Nel ghiribizzo di magnolie,
Illividisce il cielo sopra i mando… ancora non palpita il nuvolo sulle gòre di acquitrini, stretta fra due muri la trave sghemba,
Rinfresca la marea su vecchi girasoli, il tempo s’affaccia alla finestra sul tremitìo di specchi, e nel cuore di foreste
Vedi Gregor come si sbricia la pagina del tempo, ti specchi nell’amore nell’occhio che s’incurva, si stenebra lo scheggio,
Ti auguro di ritrovare la voce della Poesia dove il suono non sia frastuono, dove le parole s’assottigliano nel cigolio d’imposte,
Le aurore si dissolvono nella chiarità di piogge torrenzia… spaiati corridoi di cerchi d’acqua… si dilatano come fumo che s’aggrov… sul giro della vite,
Ti distanzi dalle onde dalla radianza di terre emerse, stravagati mulinelli di corolle, dal rosicchiolo corvino. Nel frastuono di scarne spole
Nella bolla s’accalla ostinata arsella, in si bemolle – gialla – s’affolla sulla lilla cala una corolla di cannella.
Sta sul cornicione il mimo scalzo, s’arrampica alla luna lungo alzane di fiandra, cerca a tentoni la porta