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INFRAMINCE

Dripping

Ho sognato un pescatore
dispiegare reti
come i veli delle spose,
disumanate dime
di cubi mossi come vele.
Si trasfigura la noce
colpita da una freccia
di chiacchiere cortesi,
nelle midolla trafitte dalla folgore
si chiude indarno il percurvo appiastro.
Oltre il muro s’invola
dal poggiolo l’ignea mongolfiera,
sbadiglia le boeuf come giganteo fungo,
disossida l’acquorea testa
il fossile di mica...
ed il sole è un palloncino rosso
che nel vociare satura
l’inquieta rondine.
Ho sognato il suo profilo
la linea che prende forma dalla gora,
si cristallizza la superficie d’acquatinta
sulla tavola di lino.
S’inseguono sulla bombetta
snodati zoccoli
si perdono in marcite miniature
esiziali canti di saputi;
fuma dall’oblò il cannone sulla collina
come una mela si strugge la candela.
Hai baciato la parola e la sua mano
hai lasciato cadere il cielo nel tombino,
soffiano di notte venti di miraggi
percuotono le imposte
iridati corpi di fantasmi,
lima sull’embrice l’ora del risveglio,
stillante la scarpa che nel bozzo s’appiega.
Si rapprende l’inchiostro
al n.15 di Rue de Grenelle
ruscellava a mezzogiorno tra i calanchi,
si liquefa nei polsi
l’agglomerato di risaie.
Proteggimi nel cuore di plumerie
aggruppati nidi di sequoie,
albica fra le tue mani a coppa
nell’orbita ribelle di sferiche membranze.
 
Thea Matera
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