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Domani

Domani, mia guerra e martirio,
linfa del giglio e dell’acanto,
sarai rugiada nel mattino,
goccia tenera, in sè racchiusa,
più resiliente e gracile struttura
per una regola dell’universo.
Cadrai leggera dall’umida foglia
come carezza di lacrima
e sulla terra s’aprirà l’incanto
del tuo buono aroma stillato.
Oppure un sole avido t’asciugherà
come una mano asciuga il pianto,
e sarò solo con il mio viso opaco,
viandante di lusso e di miseria.

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