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Solita sera

L’insonnia sopisco
col dolce quieto vino.
Già più non ho parole
nel mio cuore stanco.
Allo sguardo ogni cosa
pare in moto, trepida
l’aria nel vento tesa
sulle gote ceree.
Chimera della sera
è una bocca anelata
che la mia rifugge.
Non è impronta di lei,
sul labbro avvinato,
questa linea purpurea.
E più non ha parole
per dirle quanto è stanco
del suo tacere il cuore.

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