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Quelle lassù erano bianche falene prima di essere ombre ostili. Fantasma dei miei castelli,
La notte è passata come passa sempre. Certe generosità di mani non servono più, non sono anzi servite.
Lei fu per un po’ il mondo intero, fu tutte le ombre scacciate fu sole acchiappato. Ricordo con quale silenzio sapeva portarmi nei campi
Riunisci i tuoi pezzi dalla testa… Combina l’ironia con il sapere. Strofina i tuoi pensieri, sii gentile sulle tue ferite.
Tutti parati dietro lo schermo nessuno si accorge delle trincee. Il podcast della vita distrae dalla fobìa della morte. Il soffio all’orecchio,
Quando ti troverai stanca la mente e adoperarti dovrai sola, esile e inadempiente quando, sul compiersi
Sola come un papavero, nonostante i bocci intorno, dentro a un vento ostile che ti abbatte un colpo dopo l’altro,
Aspettami nella saletta, girerò il collo a sinistra sciogliendomi la sciarpa e sarò guancia. Non ci siamo mai visti
Quando tornai barcollando nel tuo abbraccio di mondo avevo lo scheletro stanco per l’archetipo viaggiare. Mi divorava bramosa,
Ti guardo che passi con passo sicuro ed esperto, mi spingi di lato in un punto bramoso del mondo a squagliarmi da sola
Il mio cuscino è mogio: questo tetto è sgraziato. Si è allontanato il mirto. Troppo… Avvampa l’incendio. Intorno. Sono –solamente– salva su una fogl…
Io vengo da un altro canneto, è un altro, di un altro tipo. Adesso ho tutto questo spazio, queste altitudini, queste possibil… ma quando mi allungo
Siamo nel pugno di un gigante che ci stringe come pendolini. Il nostro cervello
Esistenza, tu m’hai aperto sconosc… posseduti dentro, sopiti tra visce… In una sola persona hai messo tutt… tutte le mie lacrime di gioia o di… il mio desiderio perpetuo
Respingo ogni tuo vezzo da superbo… rifiuto la menzogna del biologico… Ma tu sei mano che punisce, saio che nasconde, sfregio che abbrutisce,