#laurabertolinipoesia #laurabertolinipoetry #no
Io sono la Terra e tu sei il Ciel… Noi ci guardiamo. Noi ci sosteniamo. Tu mi circondi, io giro in tondo.
Ferma dovrei stare, adagiata nell’oscurità come un palo freddo, ma l’agrodolce delle more vortica sulla mia lingua
Di notte la mia eleganza si spinge tra le vezzose pieghe dell’aria. Ha una tale ferocia la mia bocca da farmi sollevare i calcagni liquidando la distanza
Aspettami nella saletta, girerò il collo a sinistra sciogliendomi la sciarpa e sarò guancia. Non ci siamo mai visti
Sola come un papavero, nonostante i bocci intorno, dentro a un vento ostile che ti abbatte un colpo dopo l’altro,
Riunisci i tuoi pezzi dalla testa… Combina l’ironia con il sapere. Strofina i tuoi pensieri, sii gentile sulle tue ferite.
Nella piega accartocciata del non detto, il non so dirlo è polveriera di un silenzio-piombo. Nella forma embrionale
Ho smontato, per la tua presenza, l’anta arrugginita della titubanza. Sei una volpe bianca
La nebbia solleva il velo tra la mia faccia e i davanzali. Le ombre si confondono, di me ride l’amore! La strada scivola,
Dobbiamo ritornare poveri, scendere dai piedistalli, compiere atti umani, tornare ad usare le mani, nel buio avere coraggio,
Non so se mi sia persa sul bordo d… o in quella sigaretta arrotolata c… o se tu sia rimasta in una piega d… perché sembrava che la piazza fosse mano aperta,
Il mio cuscino è mogio: questo tetto è sgraziato. Si è allontanato il mirto. Troppo… Avvampa l’incendio. Intorno. Sono –solamente– salva su una fogl…
Abbiamo colto l’occasione propizia per dar respiro a un filo d’erba. Finché il fumo del rancore non acc… teniamo una facciata da mostrare. In segreto scambiamoci i rospi
La notte è passata come passa sempre. Certe generosità di mani non servono più, non sono anzi servite.
La mia regina dorme stanca e senza colpa, chiama Tristano! E Tristano ritorna, in una fragile danza,