Aura, ch’or quinci intorno scherzi e vole
Fra ’l verde crin de’ mirti e de gli allori,
E destando ne’ prati vaghi fiori
Con dolce furto un caro odor n’invole,
Deh, se pietoso spirto in te mai suole
Svegliarsi, lascia i tuoi lascivi errori,
E colà drizza l’ali ove Licori
Stampa in riva del fiume erbe e viole.
E nel tuo molle sen questi sospiri
Porta e queste querele alte amorose
Là ’ve già prima i miei pensier n’andaro.
Potrai poi quivi a le vermiglie rose
Involar di sue labbra odor piú caro
E riportarlo in cibo a i miei desiri.