La neve stende dal porticato, le mani si sfregano rubando il fiato; viene l’inverno la sua coperta bianca,
Ho visto una fata dal cuore gentil… nel grembo portava i color dell’ap… Il rosso, di lacrime e sangue, il nero come tana d’amante. L’azzurro, il verde,
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Travagliata pietra gravida di terrore e rabbia, a chi ti rivolgi in questa notte scura?
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Il sole attende, tra nuvole di sabbia e sale, l’estate gravida di questo mare.
È vero, sono come il fuoco che accende le timide lampare, come la maschera di un carnevale.
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita
E vivrò nella tua voce, nella speranza che ti compone, fino al desiderio ultimo di vivere, un giorno solo felice e nel tuo nome.
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.