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Quante dirne si de’ non si può dire

Quante dirne si de’ non si può dire,
ché troppo agli orbi il suo splendor s’accese;
biasmar si può più ’l popol che l’offese,
c’al suo men pregio ogni maggior salire.
 Questo discese a’ merti del fallire
per l’util nostro, e poi a Dio ascese;
e le porte, che ’l ciel non gli contese,
la patria chiuse al suo giusto desire.
 Ingrata, dico, e della suo fortuna
a suo danno nutrice; ond’è ben segno
c’a’ più perfetti abonda di più guai.
 Fra mille altre ragion sol ha quest’una:
se par non ebbe il suo exilio indegno,
simil uom né maggior non nacque mai.

#ScrittoriItaliani (XVI Rime secolo)

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