Ho visto in faccia la mia follia. L’abominio della frammentazione. L’eco di un essere che non c’è più… In un sogno, la sua disgregazione.
Poiché dolcezza e ira sono conseguenza della disobbedienza, e la disobbedienza, dell’ingiustizia
Caro, piccolo insetto, nel giorno scarno, piena crisalide, bozzolo salvo. Ti sarà donato
Ho chiesto alle stelle di Castore e Polluce, dove ci porta questa via, dove conduce. Nel mentre in cui
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Forse non tutti sanno che... Ti droghi!
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
E fiumi più non odo di gente alcuna. Solo miseria che non vive e spare
Fuggi o speranza che mi grava che mi opprime. Fuggi,
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Là dove il calcolo sogna e incontra la bellezza, nasce il genio.
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita
La vita é come una patatina al for… Lo sai che fa male. Ma come fai a non mangiarla.
I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.