Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Fuggi o speranza che mi grava che mi opprime. Fuggi,
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Ho visto in faccia la mia follia. L’abominio della frammentazione. L’eco di un essere che non c’è più… In un sogno, la sua disgregazione.
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Libertà, diritti, catene, oppressi fardelli e anime “ubriache”.
Atterrito di non amare. Come una pietra scalza, sul nudo piè. Nudi, come l’amor sol è.
Sai, mi ricordo una panchina nascosta nella mente mia. Lì mi abbracciavi e tutto intorno a noi
Ho chiesto alle stelle di Castore e Polluce, dove ci porta questa via, dove conduce. Nel mentre in cui
È Natale! Ve lo dico con il cuore! È Natale! Siamo tutti più buoni... Me cojoni!
La vita é come una patatina al for… Lo sai che fa male. Ma come fai a non mangiarla.
La verità non è un tempio, è una danza che muta tra colonne di alabastro. Si piega, balza su è giù, avanti e indietro, mutando.
Un bacio ancora e ti vorrei tra le mie gambe nude. Ad ascoltare, sentire,
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.