Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Bruma sui colli, Piede in pauta,… Orti e mandorli in fiore, Decantano l’alba senza rumore. Qua e là una lepre salta,
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue mi è colmo
La neve stende dal porticato, le mani si sfregano rubando il fiato; viene l’inverno la sua coperta bianca,
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
È vero, sono come il fuoco che accende le timide lampare, come la maschera di un carnevale.
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
Travagliata pietra gravida di terrore e rabbia, a chi ti rivolgi in questa notte scura?
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Si è a barattar l’amore Col vino in un cestello Che erotico già affonda Nel tuo mai triste e bello. La musica è finita
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
E vivrò nella tua voce, nella speranza che ti compone, fino al desiderio ultimo di vivere, un giorno solo felice e nel tuo nome.
Atterrito di non amare. Come una pietra scalza, sul nudo piè. Nudi, come l’amor sol è.