Tumultua l’anima E tinge il pianto La solitudine Di non amarti.
Ieri, toccavo il cielo con un dito. Non era per superbia, per vanità o altro.
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
La neve stende dal porticato, le mani si sfregano rubando il fiato; viene l’inverno la sua coperta bianca,
Ho visto una fata dal cuore gentil… nel grembo portava i color dell’ap… Il rosso, di lacrime e sangue, il nero come tana d’amante. L’azzurro, il verde,
Non ci saranno prediche, Né più sermoni, Su ciò che ha afflitto Noi, Uomini nuovi.
E vivrò nella tua voce, nella speranza che ti compone, fino al desiderio ultimo di vivere, un giorno solo felice e nel tuo nome.
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.
Portami il girasole, affinchè io lo trapianti, tra le memorie dimenticate di queste corti d’amanti. Portami l’affetto
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
È vero, sono come il fuoco che accende le timide lampare, come la maschera di un carnevale.
Mi chiedo, con la penna in mano, nel giorno andato come un sovrano… se il tuo amor sarà per sempre rivolto altrove, o a me, continuam… Cosa farò di questo abbraccio
Quanti lustri ci separano, da ciò che eri e ciò ch’è stato. Dai ricordi di un bambino, da rincorse a perdi fiato. Dalla scuola e le sue madri,
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.