Ho chiesto alle stelle di Castore e Polluce, dove ci porta questa via, dove conduce. Nel mentre in cui
Ho imparato che rivalsa e vendetta non colmano quel vaso vuoto che è il dolore.
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
Buonanotte fiordaliso, hai le stelle nel guanciale, hai la luna per amico, per coperta, hai foglie e fico. Io, ho un letto sgarrupato,
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Un’ala rotta, cosi non può volare. Io, preso da sconforto, Io... io non lo so fare. (uccidere… E non è giusto e soffre e si dimena,
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Mia libertà, che da altri dipendi. Mia libertà, che sei la sciagura dei tempi.
L’amore non è un capriccio, un’ottemperanza o un’obbedienza cieca. È un miraggio, l’illusione
Sono a correre non c’è niente di più bello di un bel seno che balla. E ci ho tirato due piriti. E non guardare me
E fiumi più non odo di gente alcuna. Solo miseria che non vive e spare
Con Bacco e Flora ho un contenzioso. A lui devo, un di di festa e del buon vino.