I matti stelle cadenti sulla riva, sul bordo tutto in salita della normalità.
Se togli tutto ad un uomo inevitabilmente, diverrà, un dittatore! Prima di tutto verso se stesso.
Buonanotte fiordaliso, hai le stelle nel guanciale, hai la luna per amico, per coperta, hai foglie e fico. Io, ho un letto sgarrupato,
Fuggi o speranza che mi grava che mi opprime. Fuggi,
La verità non è un tempio, è una danza che muta tra colonne di alabastro. Si piega, balza su è giù, avanti e indietro, mutando.
Là dove il calcolo sogna e incontra la bellezza, nasce il genio.
Mia libertà, che da altri dipendi. Mia libertà, che sei la sciagura dei tempi.
Primavera, fa’ che tra le fragole non giunga altra stagione, allontana il bianco inverno le sue cime, il suo bastone.
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Potete scalare una vetta, la più alta, con una corda o le sole vostre dita. Doppiare Capo Horn
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
E fiumi più non odo di gente alcuna. Solo miseria che non vive e spare
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Ti ho rubato una foto ieri sera mentre eri tra i tuoi amici. Non pensare male,
Ingegnere, Idraulico, Mercante. Soffri d’amor, Ne ebbe