Mi chiedo, con la penna in mano, nel giorno andato come un sovrano… se il tuo amor sarà per sempre rivolto altrove, o a me, continuam… Cosa farò di questo abbraccio
L’infinito... è una bolla misera, ubriaca, affranta.
Desideri senza pretese ci han forgiati. Seduti, su un altare di gradini
Ho sentito denigrare la farfalla ed il lombrico in un torrente impetuoso. Insulti, spegnersi in stagni d’acqua chiara.
Ti ho atteso in questi tre anni ogni, santo, giorno.
Le mie scelte, non le rimpiango. Se le ho prese, era per una ragione.
T’amo, e più non odo le mie parole. Sol delle tue, ora m’è colmo
Sarà l’amore, Il sorriso sopraffino. Saran le fragole, sarà il buon vino.
Atterrito di non amare. Come una pietra scalza, sul nudo piè. Nudi, come l’amor sol è.
Voltati, la stella che ammiravi un tempo non porta più il tuo nome. Il tuo odio l’ha oscurata, l’ingratitudine
Io, sono avanguardia. Non mi interessa la contestazione.
Fuggi o speranza che mi grava che mi opprime. Fuggi,
Corrono le biglie, tra i castelli di sabbia e sale e le gabbianelle ora si librano,
Se così io mi rivelassi, tanto fragile da non piacere più ad alcuno e mi accorgessi
Dotti, politici, badanti. Come mignotte austere,