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Mal gradite mie rime, in vano spese

Si duole d’una repulsa nel ballo e pensa di vendicarsi.

Mal gradite mie rime, in vano spese
    Per onorar donna leggiadra e bella,
    Ch’altrui fedele, a me spietata e fella
    Nega la man che già m’avvinse e prese.
Aspre repulse, or fia che tante offese
    Sostenga e celi or questa ingiuria or quella,
    Né scuota il giogo ancor l’anima ancella
    E non estingua le sue fiamme accese?
 
Dunque, se amando i’ parea già canoro,
    Or disdegnando sarò muto e roco
    Né d’armarne oserò lo stile e i carmi?
Ché queste ancor pungenti e fervide armi
    Come quadrella son di lucido oro:
    Ma la superba or se le prende a gioco.
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